mercoledì 24 novembre 2010

Ma devo proprio dirti che i tuoi seguaci non mi piacciono per niente.


Qualcuno è giunto al punto di essersi sentito libero dal giorno in cui non si è più riferito alla Chiesa; altri hanno avuto la sensazione di cominciare a vivere autenticamente dal momento in cui hanno relegato nella storia del passato il loro rapporto con Dio e si sono impegnati a servire l'uomo senza riferimenti alla tradizione.
Non c'è affatto bisogno di compiere questi tagli, anche perché ci portano fuori dalla verità.
La Chiesa rimane la Chiesa e Dio rimane Dio. Chi sarei io fuori dal Popolo di Dio e quale forza mi rimane se la fede nell'Altissimo è venuta meno?
La Chiesa non mi nega di vivere autenticamente il Vangelo ed il mio impegno con Dio mi è proprio necessario ora che mi sono deciso a fare qualcosa sul serio.
Lo so che nel passato troppe volte la religione era sinonimo di "non facciamo storie, state buoni; non facciamo scioperi, restiamo sul sicuro" ma so anche che le cose sono cambiate e che la parola di Dio ha cominciato a contestarci e interrogarci sulla giustizia e sull'amore più che sulle processioni e la grandiosità della chiese da costruire.
Perché abbandonare la Chiesa proprio nel momento in cui mi sento più Chiesa? Perché abbandonare l'ispirazione di Dio proprio quando ne abbiamo più bisogno? Perché pensare che Lui ci contrasti proprio mentre ci avviciniamo con più impegno all'uomo? Non è Dio dalla parte dell'uomo? Non è Lui che ne prende le difese? Leggete il Vangelo di Matteo e ditemi se potete trovare parole più dure di quelle del capitolo 25 in difesa della giustizia e della liberazione dell'uomo.

fr. Carlo Carretto, Ogni giorno, 10 gennaio

Un giorno un tale si avvicinò a Gesù e gli disse:
"Maestro, tutti noi sappiamo che tu vieni da Dio e insegni la via della verità.
Ma devo proprio dirti che i tuoi seguaci, quelli che chiami i tuoi apostoli o la tua comunità, non mi piacciono per niente.
Ho notato che non si distinguono molto dagli altri uomini.
Ultimamente ho fatto una solenne litigata con uno di essi.
E poi, lo sanno tutti che i tuoi discepoli non vanno d'amore e d'accordo.
Ne conosco uno che fa certi traffici poco puliti...
Voglio perciò farti una domanda molto franca:
è possibile essere dei tuoi senza essere dei tuoi senza avere niente a che fare con i tuoi cosiddetti apostoli?
Io vorrei seguirti ed essere cristiano (se mi passi la parola), ma senza la comunità, senza la Chiesa, senza tutti questi apostoli!".
Gesù lo guardò con dolcezza e attenzione.
"Ascolta", gli disse "ti racconterò una storia:
C'erano una volta alcuni uomini che si erano seduti a chiacchierare insieme.
Quando la notte li coprì con il suo nero manto, fecero una bella catasta di legna e accesero il fuoco.
Se ne stavano seduti ben stretti, mentre il fuoco li scaldava e il bagliore della fiamma illuminava i loro volti.
Ma uno di loro, ad un certo punto, non volle più rimanere con gli altri e se ne andò per conto suo, tutto solo.
Si prese un tizzone ardente e andò a sedersi lontano dagli altri.
Il suo pezzo di legno in principio brillava e scaldava.
Ma non ci volle molto a illanguidire e spegnersi.
L'uomo che sedeva da solo fu inghiottito dall'oscurità e dal gelo della notte.
Ci pensò un momento poi si alzò, prese il suo pezzo di legno e lo riportò nella catasta dei suoi compagni.
Il pezzo di legno si riaccese immediatamente e divampò di fuoco nuovo.
L'uomo si sedette nuovamente nel cerchio degli altri.
Si scaldò e il bagliore della fiamma illuminava il suo volto".
Sorridendo, Gesù aggiunse:
"Chi mi appartiene sta vicino al fuoco, insieme ai miei amici.
Perché io sono venuto a portare il fuoco sulla terra e ciò che desidero di più è vederlo divampare".

Anonimo

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