domenica 14 novembre 2010

Un libro che voglio avere sul comodino

In ogni tempo e in ogni condizione culturale, l’anima può ammalarsi, può avere il fiato grosso e non riuscire a mantenere il passo, ma certamente il contesto socio-culturale in cui viviamo sembra favorire questo genere di disagio che, chi più chi meno, tutti sperimentiamo. Quali possono essere le terapie per curare l’anima? Che cosa fare per ossigenarla e tonificarla?
Questo libro di François Garagnon è una proposta proprio in questa direzione: un concentrato di pensieri che possono alimentare in modo positivo il nostro sguardo sulla vita quotidiana. Può essere paragonato agli erbari e a quella farmacopea naturale e salutare che dà vitalità al corpo ed energia allo spirito. Scrive l’Autore di questa raccolta di pensieri:
Stupirsi conduce in qualche modo a far convogliare le circostanze più favorevoli al centro della nostra vita. Rivelare un cuore amorevole con costanza coincide con l’attirare le condizioni propizie alla propria fortuna.Questi pensieri positivi offrono stimoli per coltivare lo stupore, segreto infallibile di serenità e di gioia.




L’autore, ponendosi come obiettivo la terapia dell’anima, ha scelto quelle frasi più significative per far raggiungere al lettore quegli stati d’animo di serenità con se stessi, indispensabili per poi perseguire quelli collegati alla relazione con il mondo esterno. François Garagnon cerca di “somministrare” giorno per giorno pillole di saggezza trasversale attingendo a tutte le culture, da quella occidentale a quella orientale e vuole portare il lettore verso una piena guarigione interiore.

Una guarigione che significa non essere in ansia, non sentirsi in colpa, non provare disagio, non vivere troppo in tensione né troppo rilassati, e significa anche non buttarsi a capofitto nell’attivismo sfrenato o al contrario abbandonarsi alla pigrizia. Terapia dell’anima vuol dire soprattutto non cedere all’esaltazione e nemmeno allo scoraggiamento, non credersi superiori né inferiori agli altri, instaurando invece una buona conoscenza di se stessi (dei propri limiti e delle proprie capacità) in vista di una buona relazione con il prossimo. 

Nell’istruzioni per l’uso (del libro) François Garagnon suggerisce diverse chiavi di lettura. Personalmente mi piace citarne soprattutto uno e cioè l’apertura casuale del testo. “Le parole che vi appaiono – dice l’autore – corrispondono spesso in modo inquietante al vostro stato d’animo del momento, risvegliando una disposizione mentale propizia all’intuito e al discernimento, creando ripercussioni del tutto particolari.” Ecco la potenza terapeutica della parola e soprattutto di quella casuale! Provare per credere.

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