lunedì 3 febbraio 2014

Il Signore conosce l'ambiguità nascosta nel tempo dell'uomo: sta a noi scegliere se vivere nella luce o nelle tenebre.


Introducendo il racconto della risurrezione di Lazzaro,
l'evangelista ricorda una parola misteriosa di Gesù
che vuole incoraggiare i suoi discepoli
ad affrontare il pericolo
superando la paura di salire con lui verso Gerusalemme:
"Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; se invece uno cammina di notte, inciampa, perché gli manca la luce" (Gv 11,9-10).
Il Signore conosce l'ambiguità nascosta nel tempo dell'uomo:
sta a noi scegliere se vivere nella luce o nelle tenebre.
Vigilare è decidere di camminare nelle ore luminose del giorno,
credendo a Colui che dice:
"Io sono la luce del mondo: chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita" (Gv 8,12).
Vigilare è seguire Gesù, scegliere ciò che Gesù ha scelto,
amare ciò che lui ha amato, conformare la propria vita al modello della sua;
vigilare è avere la percezione di vivere ogni attimo del tempo
nell'orizzonte dell'amore con cui Dio ci ama in Gesù
e vuole essere amato da noi in Lui e con Lui.

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