venerdì 7 febbraio 2014

Difficilmente evitiamo, nella pratica, l'uno o l'altro dei due estremi perché siamo limitati e ci riesce difficile abbracciare d'un solo colpo tutto l'orizzonte dell'uomo


La speranza cristiana rischia anch'essa una duplice riduzione:
o alle sole attese celesti per l'altra vita,
o (almeno come concentrazione psicologica) alle - anticipazioni terrene (il regno di Dio è già tutto qui!), come in alcune proposte di teologia politica.
Difficilmente evitiamo, nella pratica, l'uno o l'altro dei due estremi
perché siamo limitati e
ci riesce difficile abbracciare d'un solo colpo tutto l'orizzonte dell'uomo.
Dobbiamo continuamente riequilibrare il nostro pensiero
e il nostro linguaggio per cogliere l'unità
che tiene insieme le speranze terrene - di cui la Bibbia parla spesso -
con quelle invisibili, definitive,
che danno il sapore a tutto il resto.
Tra le due non c'è opposizione,
bensì continuità
e, se è comprensibile qualche oscillazione
nell'accentuazione della speranza dei cristiani
(a volte più sull'altra vita,
a volte più sui beni messianici di questa vita come anticipazione del mondo futuro),
non possiamo mai permettere
la mancanza di speranza, la rassegnazione amara, lo scetticismo.
Precedentemente abbiamo parlato di ciò che speriamo nella morte e dopo la morte;
ora diciamo qualcosa di ciò che speriamo nella vita terrena
per ciascuno di noi e per la collettività umana.
Per noi speriamo fin d'ora quanto è espresso più volte nei Vangeli e nelle Lettere apostoliche:
esultanza per la figliolanza divina (cf 1 Gv 3,1-2),
certezza di essere nelle mani di un Padre buono (cf 1 Pt 1,3 ss; 1,17-21), giustizia, pace e gioia nello Spirito santo (cf Rm 14,17),
consolazione interiore (cf 2 Cor 1,3-7),
tante espressioni del "centuplo in questa vita" (cf Mc 10,28-30),
che solo può intuire e gustare chi lascia decisamente tutto
per seguire Gesù povero e crocefisso.
Speriamo, per noi tutti, ciò che è oggetto della preghiera insegnataci da Gesù:
il pane per l'oggi, il perdono, l'essere custoditi dalla tentazione, la liberazione dal male.

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