mercoledì 7 maggio 2014

ancora una volta siamo ricondotti fino al cuore del cristianesimo: il “mistero pasquale”, stupenda strategia con cui il Signore vince attraverso la sua apparente sconfitta


At 8,1-8 “Andavano per il paese e diffondevano la Parola di Dio”
Salmo 66 “Grandi sono le opere del Signore”
Gv 6,35-40 “Questa è la volontà del Padre: chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita”

In entrambi i testi della liturgia odierna viene sottolineato che Dio “non è il Dio dei morti, ma il Dio vivente, e tutti vivono per Lui”, per utilizzare un detto di Gesù ai sadducei; Egli agisce in favore della vita, comunicando la vita. Così, il testo lucano presenta l’evangelizzazione della Palestina, e focalizza in particolare la figura di Filippo: il suo passaggio è un trionfo della vita, è la salute che si irradia intorno al passaggio dell’Apostolo. Sulla scia dell’annuncio della Parola del vangelo vengono liberati gli indemoniati, guariti i paralitici: “Da molti indemoniati uscivano spiriti immondi, emettendo alte grida e molti paralitici e storpi furono risanati” (v. 7). Così, ripetutamente, nel testo evangelico torna il tema della volontà di Dio che è la salvezza dell’uomo e non la sua rovina: “questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell’ultimo giorno… chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell’ultimo giorno” (vv. 39-40).
In particolare, il testo degli Atti sottolinea alcuni aspetti del passaggio della vita, che si realizza sempre laddove il vangelo viene annunciato nello Spirito. In primo luogo, dal racconto si evince che la persecuzione accompagna ogni atto di servizio autentico al Regno di Dio: ogni atto di autentica obbedienza alla volontà di Dio si scontra con una incomprensibile opposizione, che assume tante forme, talvolta violente talaltra occulte, esplicite o implicite. Il mistero dell’iniquità è sempre operante nel mondo e si erge ovunque a barriera contro la verità del vangelo. Lo stesso diacono Stefano, che poi verrà lapidato, nel discorso pronunciato davanti al sinedrio dice: “Quale dei profeti i vostri padri non hanno perseguitato?” (At 7,52); non c’è nessuno che, incamminatosi autenticamente nelle vie di Dio, non si scontri prima o poi con il mistero dell’iniquità e con l’azione segreta e occulta dello spirito delle tenebre. Quando il cammino cristiano diventa profondo, diventa anche pericoloso per il regno di Satana; allora cominciano delle lotte, degli impedimenti in diversi campi, cominciano strane incomprensioni familiari, che prima della conversione non si erano mai verificate. Insomma, scoppia una guerra che si combatte principalmente a livello dello spirito. Luca osserva, però, che l’opposizione dello spirito delle tenebre contro il vangelo, non fa che aumentare la sua efficacia; l’azione del Maligno, che tenta di frenare il cammino di santità, non fa altro che renderlo più veloce, aumentando la santità del battezzato. Almeno per coloro che sanno affrontare tali tribolazioni con spirito evangelico. Infatti, dopo avere detto che “In quel giorno scoppiò una violenta persecuzione contro la chiesa” (v. 1), Luca aggiunge: “quelli però che erano stati dispersi andavano per il paese e diffondevano la Parola di Dio” (v. 4). La diffusione maggiore della Parola di Dio è, insomma, una conseguenza diretta della persecuzione che si è scatenata contro la chiesa di Gerusalemme. Filippo personifica perciò l’efficacia che la Parola di Dio acquista quando viene combattuta dal suo avversario; ancora una volta siamo ricondotti fino al cuore del cristianesimo: il “mistero pasquale”, stupenda strategia con cui il Signore vince attraverso la sua apparente sconfitta; così come Cristo vince attraversando la morte, nella stessa maniera, la Chiesa fiorisce tutte le volte in cui viene colpita.
Don Vincenzo Cuffaro

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