martedì 20 maggio 2014

Sul tema dell’evangelizzazione, e della conseguente posizione che gli ascoltatori assumono verso di essa, il testo degli Atti ci indica alcune particolari condizioni che rivelano in parte l’agire di Dio e in parte l’agire di Satana.

Ancora...

L’annuncio apostolico è il canale necessario e imprescindibile per conoscere Dio e Colui che il Padre ha mandato per la nostra liberazione. Sul tema dell’evangelizzazione, e della conseguente posizione che gli ascoltatori assumono verso di essa, il testo degli Atti ci indica alcune particolari condizioni che rivelano in parte l’agire di Dio e in parte l’agire di Satana. L’agire di Dio si presenta come un sostegno alla predicazione dell’Apostolo e come una conferma della verità della sua parola, mediante i segni che l’accompagnano. Però, va notato che questi segni non si presentano immediatamente, né tutti insieme in modo simultaneo; essi si manifestano solo successivamente, dopo che un’intera folla di ascoltatori si chiude alla predicazione di Paolo e di Barnaba. Infatti, in un primo momento si dice che giudei e pagani tentano di catturare Paolo e Barnaba durante la loro attività apostolica, per maltrattarli e lapidarli. E’ significativo come il testo degli Atti racconti la manifestazione di un segno di guarigione subito dopo che Paolo e Barnaba sono stati respinti, maltrattati e quasi lapidati. Il Signore non manca quindi di confermare la santità dei suoi servi, ma lo fa quando le circostanze giungono ad un punto critico, quando il vangelo rischierebbe di naufragare totalmente sotto le ondate dell’ostinazione e della chiusura dei cuori, ondate che si innalzano contro la Parola del vangelo e respingono i servi di Dio. Allora, proprio in quel momento drammatico, il segno carismatico operato da Dio a conferma della Parola, permette a molti di rinsavire. Dio conferma con i segni carismatici la santità dei suoi servi e la verità della loro parola, non però in maniera sistematica o inflazionata – sarebbe semplicistico pretendere da Dio una conferma carismatica ad ogni singolo annuncio - bensì solo in momenti cruciali, noti a Lui, e scelti secondo i criteri della sua Sapienza. In questo caso, Paolo e Barnaba sono davvero giunti, nel loro ministero, a un punto di alta tensione drammatica, in cui il vangelo, unanimemente rifiutato, poteva naufragare, e con esso anche la possibilità di salvezza per coloro che, onesti ma più deboli, erano stati trascinati dalla ribellione popolare. In queste circostanze difficili, divenute oramai superiori alle risorse umane, Dio dà un grande segnale, perché chi vuole rinsavire possa rientrare in se stesso e sottrarsi al polverone sollevato dallo spirito delle tenebre, per confondere la mente dei deboli e distoglierle dalla verità di Dio.
Il segno operato da Dio è qui un miracolo di guarigione che avviene a Listra per un uomo storpio dalla nascita, che ovviamente non aveva mai camminato; l’autore sottolinea il carattere soprannaturale di questa guarigione che ha come destinatario un uomo malato dalla nascita e perciò inguaribile dal punto di vista delle risorse della scienza umana. Il testo si esprime in questi termini: “Paolo fissandolo con lo sguardo e notando che aveva fede di essere risanato, disse a gran voce: Alzati dritto in piedi” (vv. 9-10). Qui si vede come il segno carismatico sia preceduto da un atto di discernimento compiuto dall’Apostolo: vale a dire che Dio non opera il segno, senza dare all’Apostolo una luce di discernimento che gli fa presentire quanto Dio sta per fare e come egli stesso debba disporsi a esserne strumento. Questo uomo ammalato, che Paolo incontra nel suo ministero, non è il primo e neanche l’ultimo, ma ha la caratteristica, a differenza di parecchi altri (che magari non hanno ottenuto la guarigione), di essere stato scelto da Dio come segnale per la sua gloria. Per questa ragione Paolo avverte dentro di sé una particolare spinta che lo porta a fissare, con un sguardo diverso dal consueto, questo storpio; uno sguardo nel quale la luce dello Spirito Santo gli permette di vedere dentro di lui e di cogliere quella fede sufficiente per essere guarito. Il seguito non ha bisogno di commento: “Egli fece un balzo e si mise a camminare” (v. 10): immediatamente lo storpio balza in piedi con una guarigione istantanea e soprannaturale. Il segno è compiuto e Dio ha confermato la verità e la potenza di liberazione di quella Parola così respinta e così odiata. Ma nel momento in cui Paolo compie questo gesto carismatico, subentra una seconda strategia del Maligno. La prima era stata quella di spingere giudei e pagani contro Paolo e Barnaba, con una persecuzione violenta, respingendoli fisicamente lontano dai loro territori, in modo che non potessero più testimoniare il vangelo di Cristo. Si tratta di una prima strategia di Satana, che colpisce solamente l’esterno, ma che porta dei frutti, quando - come in questo caso - Paolo e Barnaba sono costretti ad andarsene, fuggendo dalla città di Iconio, dove appunto questa congiura era stata organizzata per mandarli via. Nel momento in cui Dio compie quel segno di guarigione per confermare la parola dell’Apostolo, e ciò si verifica in un momento di particolare crisi del suo ministero, Satana ritorna sulla scena con un’altra strategia: fa in modo di snaturare, nella mente dei pagani, questo segno dato da Dio a conferma della verità del vangelo: “La gente, al vedere quel che Paolo aveva fatto, esclamò in dialetto licaònio e disse: Gli dei sono scesi tra noi in figura umana! E chiamavano Barnaba Zeus e Paolo Hermes, perché era il più eloquente” (vv. 11-12). Questa seconda strategia di Satana diventa qui più sottile e più pericolosa della prima. Mentre nella prima strategia gli Apostoli erano stati colpiti e allontanati soltanto fisicamente, nella seconda sono colpiti invece i destinatari, ma non fisicamente; essi vengono fuorviati nella loro interpretazione dei fatti, e cadono nel rischio di una nuova idolatria, attribuendo a qualcun altro l’opera compiuta da Dio. La conseguenza è quella di fermarsi allo strumento di Dio senza arrivare a Dio. A queste condizioni, il segno carismatico diventa un punto di arrivo e non un rimando a qualcos’altro: Dio, infatti, aveva dato il segno della guarigione perché da questo segno si risalisse a Lui, comprendendo che quegli uomini erano suoi servi; i pagani, invece, fuorviati da una suggestione maligna, si fermano al segno e non vanno oltre. Lo stravolgimento del pensiero dei destinatari dell’annuncio della Parola è ancora più pericoloso della persecuzione fisica degli evangelizzatori; ecco perché Paolo e Barnaba resistono con molta energia al tentativo, fatto dalla folla, di offrire loro degli olocausti come se fossero delle divinità e richiamano fortemente quei cittadini alla realtà dell’unico Dio, a cui solo spetta ogni adorazione.  
Don Vincenzo Cuffaro

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