martedì 12 luglio 2016

libero nelle soste, nei ritorni, nei ripercorsi


L'apice del silenzio di ascolto si ha quando la parola stessa si presenta silenziosa senza perdere alcunché della sua vitalità: nella lettura.
È l'incontro di una parola senza suono con un destinatario senza voce,
in perfetta solitudine.
Il lettore è solitario perché, mentre legge,
crea col libro un rapporto esclusivo.
Due lettori affiancati che leggono ciascuno per conto suo lo stesso libro
sono solidali con esso e non reciprocamente.
Il lettore è silenzioso perché la lettura,
com'è praticata ordinariamente nell'età moderna,
esclude la pronuncia anche mormorata.
Comporta non solo l'ascolto più intenso che si possa immaginare,
ma anche il più libero,
perché non costretto dall'emissione vocale altrui:
libero nelle soste, nei ritorni, nei ripercorsi
e tuttavia totalmente vincolato alla parola così com'è fissata sulla pagina.

Tacet. Elogio del buon tacere
di Giovanni Pozzi

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