domenica 18 dicembre 2016

finalmente era riuscito a compiere quello che per Maria sembra essere stato un gesto quasi naturale

Matteo ha parole quasi solo per Giuseppe,
Maria è un ventre caldo e disponibile, silenzioso,
Giuseppe no.
È uomo giusto
ma è anche colui che prova a nascondersi.
A differenza di Adamo che accusa Eva
lui Maria “non voleva accusarla pubblicamente”,
però ad un certo punto vorrebbe anche lui
sfilarsi fuori da una storia così enorme:
“pensò di ripudiarla in segreto”.
Giuseppe non accusa Maria,
la protegge,
però prova a fare un passo indietro.
Solo che non agisce superficialmente,
giusto è l’uomo che pensa,
e allora avviene l’incontro con Dio,
in sogno.
Che non significa che
Giuseppe stesse dormendo
ma che finalmente era riuscito a compiere quello che
per Maria sembra essere stato un gesto quasi naturale:
Giuseppe riflette e abbassa le difese,
non si protegge più.
Si spoglia delle paure e delle regole della sua cultura,
non si nasconde dietro i propri limiti
e nemmeno dietro il sogno di una vita più tranquilla.
Non si copre più con simboliche foglie di fico
ma si concede senza vergogna e con tutta la sua fragilità:
si compromette con Dio.
Ecco l’immagine del padre,
un uomo compromesso con lo Stile inedito di un Dio inatteso.
E Giuseppe diventa così il custode del Testamento Nuovo,
sarà lui a proteggere Gesù dalla violenza del nuovo faraone (Erode),
sarà lui a essere padre di Gesù,
il nuovo Mosè, grazie a un esodo e a un controesodo:
Egitto andata e ritorno.
No, non è la storia di come sono andate le cose duemila anni fa
ma è la storia per come si può ripetere anche oggi,
in tutti gli uomini e le donne che accettano di essere padri sull’esempio di Giuseppe.
Uomini sull’esempio di quello
che Gesù porterà a compimento.
Uomini innamorati di una promessa,
uomini innamorarti dell’uomo,
 uomini che non accusano,
che non scaricano mai le responsabilità addosso a un colpevole.
Uomini capaci di prendersi cura della vita
anche quando la vita sorprende
e non rispetta le attese.
Uomini che si compromettono fino in fondo.
Perché dai padri si può ancora imparare.
E così Matteo racconta la storia del coraggio di Giuseppe,
uomo che raccoglie la luce dalla Resurrezione
e la lancia con passione fino a Genesi.

Alessandro Dehò
(Matteo 1,18-24)
IV Avvento anno A

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