sabato 17 dicembre 2016

Perché è questo che fa la differenza

Inatteso, come un frutto che sboccia improvviso senza seme d’uomo, puro stupore.
Non si sta raccontando di come Gesù sia venuto al mondo duemila anni fa
ma di come può venire al mondo adesso.
Come la luce può graffiare anche le nostre tenebre oggi.
Serve sposare una promessa, dice Matteo.
Come ha fatto Giuseppe.
Serve fidarsi dell’amore perché se riduci la vita
a uno sforzo,
al puro impegno,
al compito da portare a termine con meno errori possibili
la vita la vivi
ma la luce non la vedi.
Innamorati di una promessa
 dice Matteo a tutti i Giuseppe che lo leggeranno,
e ricordati che
Giuseppe significa “Dio aggiunge”
cioè che il divino è un dono gratuito come l’amore.
E si capisce subito che l’evangelista ha in mente le prime pagine di Genesi,
in qualche modo sta facendo arrivare la luce fino ad Adamo e Eva,
Giuseppe è l’Adamo illuminato dalla Resurrezione.
Giuseppe diventa
il modello umano da imitare per stare al mondo da illuminati.
Giuseppe diventa
modello per tutti i padri.
Adamo ruba un frutto,
Giuseppe scopre stupito un frutto aggiunto al suo amore.
Prima del tempo, totale gratuità.
Stupore nato nel ventre dell’amata.
Per Adamo Dio è colui che limita la libertà,
per Giuseppe è colui che dona ben oltre le aspettative.
Matteo non racconta come è nato Gesù
ma descrive
due modi opposti di stare al mondo.
E solo il modo di Giuseppe è cammino di fede.
E noi a chiederci da che parte stiamo vivendo,
come Adamo,
nel sospetto e nella pretesa
oppure nella totale libertà di Giuseppe
che riconosce Vita perfino dove lui non l’ha seminata?
Giuseppe
che sa gioire di una vita che sboccia nonostante la sua assenza
o Adamo
che si sente tradito e muore nel rancore?
Perché è questo che fa la differenza,
riuscire ad innamorarsi di una vita
anche se non è solo frutto del nostro impegno,
riuscire a proteggere la vita
anche quando sfugge ai nostri programmi,
non nasconderci risentiti e arrabbiati
anche se la vita prende pieghe impreviste, inedite.
Giuseppe è l’uomo
che riesce a rimanere innamorato della vita
anche quando la vita non rispecchia le sue aspettative.
E la vita non rispecchia mai completamente le aspettative,
nel bene e nel male.
Anche per noi.
Vivere da Adamo
è fuggire da un Dio
che sembra prima illudere per poi deludere.
Vivere da Giuseppe è
amare così profondamente la vita,
amare così profondamente una donna,
da trovare possibilità di cammino
anche quando la storia mostra
un volto inatteso e faticosamente sorprendente.

Alessandro Dehò
(Matteo 1,18-24)
IV Avvento anno A

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