sabato 10 agosto 2013

si ripetano le nozze in una nuova cerimonia di vita

O tu che sei il più intimo spirito del mio essere!

Sei contento di me, Signore della mia vita?
Perché ti ho dato il calice,
pieno di ogni sofferenza e di ogni gioia,
che i grappoli spremuti del mio cuore hanno prodotto.

Io tesso con il ritmo di colori e canti la coperta del tuo letto,
e con l’oro fuso dei miei desideri
ho fatto giocattoli per il tuo diletto.

Non so perché mi hai scelto come tuo compagno,
o Signore della mia vita!

Hai riunito i miei giorni e le mie notti,
i miei atti e i miei sogni per l’alchimia della tua arte,
e suonando al ritmo della tua musica i miei canti di autunno e primavera,
raccogli i fiori dei miei momenti maturi per la tua corona...

Vedo i tuoi occhi contemplare il buio del mio cuore,
o Signore della mia vita!

Mi chiedo se le mie cadute e i mei errori saranno perdonati.
Perché molti furono i miei giorni oziosi
e le mie notti di oblio;
vani furono i fiori che appassirono all’ombra, non dedicati a te.
Spesso le stanche corde del mio liuto
si ruppero alla tensione delle tue canzoni.
Come pure, sovente, davanti al rovinio delle ore dissipate,
si riempirono di pianto le mie desolate notti.

Ma, sono giunti, infine, i miei giorni al loro traguardo,
Signore della mia vita!,
mentre vacillano le mie braccia intorno a te
e i miei baci perdono la loro verità?
Se è così, interrompi l’incontro di questo languido giorno,
rinnova il vecchio in me in nuove forme di piacere,
e si ripetano le nozze
in una nuova cerimonia di vita.
(Rabindranath Tagore, The religion of man).

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