giovedì 23 gennaio 2014

si presenta nei modi più subdoli e non meno tragici di una vita sostanzialmente "spenta".

Come può essere veramente tolta la disperazione? 
La forma tragica sarebbe la scelta di morire: 
il tempo e la sua oppressione sono neutralizzati nel modo più radicale 
anticipando drasticamente la fine. 
Una scelta che non assume, per lo più, fortunatamente,la forma diretta e immediata del suicidio, ma si presenta nei modi più subdoli e non meno tragici 
di una vita sostanzialmente "spenta". 
Una vita che sopravvive cronologicamente alla propria fine, 
in qualche modo già anticipata e annunciata; 
penso alla droga vera e propria e a un certo tipo di vita "drogata", 
dove l'uomo cerca, 
nell'assoggettamento a qualcosa che lo sottrae alla fatica del pensare e del volere, 
una compensazione all'incapacità di progettare il proprio futuro. 
Una tale ricerca dagli esiti così umilianti e drammatici, 
è purtroppo omogenea con la diffusa e sottile legittimazione ideologica 
dell'edonismo contemporaneo, 
che riveste la sudditanza allo stimolo del piacere con i valori dell'emancipazione e della conquista di sé.

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