giovedì 27 febbraio 2014

la Chiesa è inizio del Regno, non ancora pienezza.

due sono i tratti caratteristici di una Chiesa che vive l'Eucaristia vigilando nell'attesa.

b. Il secondo tratto di una Chiesa che celebra l'Eucaristia nell'attesa è di vivere la tensione tra Chiesa e Regno: la Chiesa è inizio del Regno, non ancora pienezza. Dobbiamo impegnarci dunque per una teologia della gloria e insieme della debolezza della Chiesa.
La prima - quella della gloria - è dominata dalla certezza che non viviamo in un tempo vuoto e irrilevante: la Chiesa - abitata dallo Spirito di Gesù - è infatti segno, primizia del Regno.
La seconda - quella della debolezza - ci avverte che essa non è ancora del tutto compiuta, che è sempre protesa al Regno. Da qui nasce il suo costante bisogno di riforma, di conversione. Secondo le parole del Vaticano II, la Chiesa, pur essendo "santa", è imperfetta, "bisognosa di purificazione", e per questo "mai tralascia la penitenza", mai "cessa di rinnovare se stessa" (Lumen gentium, n. 8).
Il cammino ecumenico verso l'unità piena non può allora essere inteso quale semplice ritorno degli altri alla Chiesa così come ora si presenta. Tale cammino comporta lo sforzo di ciascuno per una conversione che renda più fedeli all'unico Signore e Maestro. Perciò la stessa Chiesa cattolica, senza smarrire la certezza di essere come "un sacramento o segno e strumento dell'intima unione con Dio", è entrata irreversibilmente nel cammino ecumenico, come ripetutamente ha sottolineato Giovanni Paolo II.
Una Chiesa vigilante, plasmata dall'Eucaristia "viatico" fino al ritorno del Signore, è in permanente stato di riforma, di purificazione e rinnovamento. Essa è ferita dalle divisioni e dai peccati dei suoi membri (14); a eccezione di Maria, la Chiesa porta sul volto "macchie e rughe" e i suoi figli si impegnano a lottare contro il peccato e a rinnovarsi continuamente.

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