martedì 1 aprile 2014

24 giorno Il vuoto della solennità religiosa emerge per contrasto, a motivo della esclusione di quegli infelici dai festeggiamenti fatti nel Tempio per onorare di Dio; un onore di Dio, però, totalmente svuotato dell’amore verso il prossimo e della solidarietà umana. Il fatto che Cristo non vada al Tempio, mentre lì si inneggia a Dio, allude all’assenza di Dio in ogni culto inautentico.


 Gli infermi che giacciono sotto i portici della piscina sono indicati da tre categorie: ciechi, storpi e paralitici. Con queste tre immagini l’evangelista vuole indicare anche la reale condizione dell’uomo, nel momento in cui Cristo lo raggiunge: la cecità, la mancanza della libertà di movimento e la paralisi. Inoltre, vi è uno stridente contrasto tra la festa “dei Giudei” che si svolge nel Tempio, e la moltitudine di gente sofferente, abbandonata a se stessa. Il vuoto della solennità religiosa emerge per contrasto, a motivo della esclusione di quegli infelici dai festeggiamenti fatti nel Tempio per onorare di Dio; un onore di Dio, però, totalmente svuotato dell’amore verso il prossimo e della solidarietà umana. Il fatto che Cristo non vada al Tempio, mentre lì si inneggia a Dio, allude all’assenza di Dio in ogni culto inautentico. Cristo si allontana da tutte le forme di religiosità che inneggiano a Dio e calpestano la dignità della persona umana. Chi vorrà trovarlo, dovrà recarsi là dove giace l’umanità sofferente. Per questo, nella sua prima visita a Gerusalemme, Egli va al Tempio esprimendo una aperta condanna, ma nella sua seconda visita si reca da coloro che sono tenuti fuori dalla gioia di lodare Dio. Essi erano in attesa di un angelo che muovesse le acque della piscina, per conferire loro una virtù risanante.
Don Vincenzo Cuffaro

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