martedì 13 maggio 2014

La comunità cristiana, dunque, non riceve dai suoi pastori indicazioni diverse da quelle che sente già nel cuore, perché lo Spirito di Dio agisce in essa, dandole un presentimento della volontà di Dio.


At 11,19-26 “Cominciarono a predicare la buona novella del Signore Gesù”
Salmo 87 “Popoli tutti lodate il Signore”
Gv 10,22-30 “Io e il Padre siamo una cosa sola”

I testi biblici di questa giornata - soprattutto il brano degli Atti - sviluppano un tema già accennato prima, completandolo dal punto di vista teologico. Il brano degli Atti descrive la scena della diffusione della Parola di Dio anche in territori di lingua greca e perciò tra luoghi e popoli non ebrei. C’è, nella liturgia odierna, un elemento caratteristico che in un certo senso completa l’insegnamento che già avevamo colto ieri, mediante la visione di Pietro e il suo incontro con Cornelio; abbiamo osservato già come l’evangelizzazione sia il frutto di una doppia chiamata, e abbiamo sentito l’invito a cambiare le nostre idee, abituati come siamo a pensare soltanto dal punto di vista di chi annuncia. Entrambi i ruoli, infatti, quello di chi annuncia e quello di chi ascolta, hanno un carattere creativo, e rappresentano una risposta libera e consapevole ad una chiamata di Dio, tanto se questa chiamata sia all’annuncio, quanto se essa sia all’ascolto.
Il brano di ieri, però, mancava di un elemento importante che viene aggiunto oggi nel racconto dell’evangelizzazione rivolta verso i Greci. Quest’elemento importante è rappresentato dalla comunità nel suo insieme, che evidentemente è spinta dallo Spirito di Dio, nella stessa direzione in cui Pietro era stato spinto. In sostanza, cosa vogliamo dire con questo? Vogliamo dire che lo Spirito di Dio non agisce soltanto nei pastori. Lo Spirito di Dio non si è limitato ad aprire la mente di Pietro su orizzonti d’evangelizzazione più vasti di quelli che la sua mentalità ebraica gli permetteva di vedere. Lo Spirito di Dio non si è limitato a questo, come se bastasse poi un comando di Pietro, per far sì che tutti dovessero conformarsi alla linea espressa dall’Apostolo. Il racconto di oggi dimostra piuttosto che i passi della Chiesa si sviluppano sulla base di un discernimento comunitario, e se anche l’Apostolo Pietro ha avuto una chiarezza particolare grazie a una rivelazione, tuttavia la comunità cristiana è innegabilmente spinta dallo Spirito di Dio nella medesima direzione. È molto chiaro, e non può per nulla essere frainteso questo testo, e in particolare questo versetto chiave: “Ma alcuni fra loro, cittadini di Cipro e di Cirene, giunti ad Antiochia, cominciarono a parlare anche ai Greci, predicando la buona novella del Signore Gesù. E la mano del Signore era con loro” (vv. 20-21). La comunità cristiana, dunque, non riceve dai suoi pastori indicazioni diverse da quelle che sente già nel cuore, perché lo Spirito di Dio agisce in essa, dandole un presentimento della volontà di Dio. Anzi, dobbiamo aggiungere che il popolo cristiano avverte, per un discernimento derivante dallo Spirito, quando i suoi pastori sono santi e quando non lo sono; quando è guidato sulle vie del Signore e quando no; quando l’insegnamento che riceve è autenticamente evangelico o quando è una sua contraffazione. Nel momento in cui Pietro aprirà l’evangelizzazione e i tesori della fede anche ai pagani, la comunità cristiana riconoscerà nel comando di Pietro la volontà di Dio, perché la volontà di Dio, nel frattempo, si sarà già fatta strada nelle coscienze dei cristiani.
Don Vincenzo Cuffaro

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