giovedì 15 maggio 2014

La posizione che si assume nei confronti della parola annunciata dall’Apostolo è la medesima che Dio considera valida come decisione personale, come posizione assunta verso di Lui


At 13,13-25 “Dalla discendenza di Davide Dio trasse il salvatore, Gesù”
Salmo 88 “Il Signore è fedele per sempre, alleluia”
Gv 13,16-20 “Chi accoglie colui che manderò, accoglie me”

In questo giovedì della quarta settimana di pasqua, ci troviamo di fronte ad un insegnamento di Cristo, rivolto ai suoi discepoli, in riferimento al loro mandato apostolico e al ministero della Parola che vi è connesso. Questa frase di Gesù a cui ci riferiamo, e che chiude il brano evangelico odierno, è infatti il punto di raccordo con la prima lettura, tratta dal cap. 13 degli Atti. Ecco il versetto chiave di congiungimento delle letture di questa liturgia: “In verità vi dico: chi accoglie colui che manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato” (v. 20). L’accoglienza dell’Apostolo è accoglienza di Cristo, perché il mandato apostolico di annunciare il vangelo pone l’annunciatore su di un doppio livello, che sta continuamente davanti ai destinatari dell’annuncio: i destinatari dell’annuncio si trovano infatti prima di tutto dinanzi a Cristo e non soltanto dinanzi all’annunciatore del vangelo. La posizione che si assume nei confronti della parola annunciata dall’Apostolo è la medesima che Dio considera valida come decisione personale, come posizione assunta verso di Lui. Il senso di questo versetto chiave, che descrive uno degli aspetti certamente più affascinanti e misteriosi del ministero della Parola: “chi accoglie colui che io manderò, accoglie me”, allude al doppio livello già chiarito su cui si muove l’annunciatore e segna l’inseparabilità della Persona di Cristo dalla persona dei suoi discepoli, al punto tale che l’atteggiamento assunto verso di loro è considerato da Cristo come se fosse stato assunto direttamente verso di Lui; è perciò valido davanti a Dio e carico di responsabilità. Per questo chi accoglie l’annuncio, accoglie Cristo e non soltanto il discepolo di Cristo, e chi rifiuta l’annuncio rifiuta non soltanto il discepolo di Cristo ma, in senso diretto, in virtù dell’equazione Maestro-discepolo, respinge dalla propria vita Cristo stesso. 
Don Vincenzo Cuffaro

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