domenica 18 aprile 2010

Dovunque mi condurrai, io ti seguirò.

Ti alzi la mattina, ti vesti, fai colazione al volo, porti i bimbi a scuola e poi vai a lavorare. Se ti va bene fai mezz'ora di coda, se ti va male, c'è da porconare soprattutto se bisogna timbrare il cartellino in orario.
Al lavoro sembra una giungla: ci sono pericoli dappertutto... Vorresti cambiare lavoro, ma andrai in meglio?
Poi si torna a casa: tutti..vorrebbero la loro attenzione... Così quando arrivi a casa riparte un'altra giornata...è proprio un disastro.
Così non vedi di l'ora di dormire: finalmente pausa! Ma come metti la testa sul cuscino già un altro incubo si profila: oddio, domani è un altro giorno!
Allora se ti è rimasto un po' di cervello non puoi che chiedertelo: ma devo vivere per tutta la vita così? Ma bisogna adattarsi a tutto questo?
Ma che gusto c'è nella vita?.. Quanti di noi sono contenti della propria vita? Molti si adattano… ma contenti, contenti?
Eccoci qua, siamo come gli apostoli. C'è da andare a pescare: nessuno ha voglia. Ma lavorare bisogna; vivere bisogna;... Si va avanti perché "bisogna": ma che vita è? Dov'è il gusto della vita? Non c'è entusiasmo fra gli apostoli in quella mattina; non c'è entusiasmo a volte in nessuna delle nostre mattine.
...
Che tristezza: uno fa una cosa e tutti lo seguono. "Vado a pescare", dice Pietro (21,3) e tutti che dicono: "Veniamo anche noi" (21,3)...Una volta c'erano altre possibilità, oggi sembra che ci sia un'unica strada che tutti devono percorrere e percorrerla alla stessa maniera.
E' questo che ci fa tristi: facciamo tutti le stesse cose. E' come avere un unico vestito, taglia 38, e lo produci per tutti. Tu hai 2 anni: taglia 38! Ma è troppo grande! Non importa! Pesi 95 chili: taglia 38! Ma non ci sto dentro! Non importa, sforzati.
La gente si sente tranquilla perché "è come tutti",...
In quella notte non presero nulla (21,3). Sentite il vuoto, il nulla, l'assurdo di quelle vite...
Fate questa domanda alle persone: "Perché vivi?"...
Poche persone possono dire di sé: vivo per realizzare il potenziale che Dio ha messo dentro di me;... vivo per disseppellire l'anima dalle persone; vivo perché le persone possano credere che possono essere liberi; sono un balsamo per molti cuori sofferenti (Etty Hillesum); sono una matita nelle mani di Dio (Madre Teresa); voglio essere per gli uomini l'amore (Teresa di Lisieux).
La gente non crede che si possa essere felici. Crede che "bisogna tirare avanti"
...
Nel vangelo arriva Gesù ma loro non lo vedono (21,4). E' sempre così: Dio c'è già, ma tu non lo vedi, quindi non c'è.
Lui chiede: "Hai qualcosa da mangiare?" (21,5). C'è qualcosa che nutra la tua vita? Se tu sei onesto devi rispondere: "No" (21,5)...
Non si può risolvere il problema che non esiste:...
Ci illudiamo, fingiamo di stare bene: "Ho il lavoro, ho la casa, ho i figli, non mi manca niente" e ci attacchiamo all'illusione di stare bene...
Dio non ci cambia la vita come pensiamo noi. Ce la cambia, ma non come pensiamo noi...
Gesù li manda nel mare: ma c'erano già stati. Solo che adesso li manda con un comando ben preciso: "Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete" (21,6).
Gesù ti ri-manda nella tua vita e non ti dice di cambiare lavoro, vita, di andare...
La destra, per gli antichi, era la parte consapevole, mentre la sinistra quella inconsapevole (tutto ciò che era sinistro una volta lo si equiparava al male o come pericoloso). "Fai le cose di prima, le stesse, ma adesso in maniera consapevole"...
)..., ciò che ci rende così vivi da tessere lodi e inni per la nostra vita, ciò che plasma l'energia enorme che abbiamo dentro, non è fuori ma dentro...
Fu questo il miracolo degli apostoli. Trovarono Dio nella loro vita ordinaria, di tutti i giorni. E la loro vita non fu la stessa, perché tutto cambiò...
Dio c'è se lo vedi. Altrimenti è un'idea che hai in testa: forse sì, forse no. Se lo "vedi" non c'è più alcun dubbio. Se "non lo vedi" credi a qualcosa che non conosci...
Solo Giovanni vede il Signore. Era già successo (20,1-8): le idee, la struttura, senza l'amore, senza il cuore, senza la vita, "non vedono" il Signore... Pietro deve vestirsi, deve cioè far fare alla propria autorità (vestito), al proprio ruolo, alla propria funzione, un bagno di umiltà, un bagno di morbidezza... Pietro deve immergersi nel suo mare, deve affrontare le sue paure, deve riconoscere le proprie rigidità: solo così può essere capo di una barca (chiesa) che porta frutto e che rimane viva nel suo spirito...
Dio infatti non può far niente senza l'uomo... (21,10: "Portate un po' del pesce che avete preso or ora")...
Ma la chiesa non può mai dimenticare che il suo compito non è di giudicare, di stabilire, ma di amare. E il Signore la interroga più volte su come "sta con l'amore". Se non è "più degli altri", nel senso che lei c'è per questo, non è chiesa, non è comunità di Cristo...
Come c'è un tempo (gioventù) dove tu decidi dove andare e cosa fare e un tempo (vecchiaia) dove non sei più tu a decidere dove andare e cosa fare, così tu Pietro, tu chiesa, devi decidere la direzione della tua strada, ma anche lasciarti condurre dove Dio e il corso della storia ti portano.
"Seguimi!" (21,19) su questa via...
Ciascuno di noi vorrebbe decidere per la propria vita, tenerla in pugno e stabilire lui dove andare.
Ma fede è lasciare spazio a Dio: lasciati condurre, lasciati portare, lascia che sia Lui a dirigere la tua vita.
E chi lo dice che Dio non voglia rovesciare la tua vita? E chi lo dice che Dio non voglia qualcosa di grande da te? E chi lo dice che Dio non ti faccia lasciare il lavoro, le amicizie, le tue idee, perfino la tua religione, per seguirlo? E chi lo dice che Dio non ti faccia guarire? E chi lo dice che Dio non cambi radicalmente il tuo carattere e ti faccia una persona completamente diversa? E chi lo dice che Dio non scombinerà la tua vita e le tue idee? tu pensi a te come sposato, moglie, figli… e magari la tua vita sarà del tutto diversa!
Dovunque mi condurrai, io ti seguirò...

don Marco Pedron
III Domenica di Pasqua (Anno C) (18/04/2010)
Vangelo: Gv 21,1-19(forma breve Gv 21,1-14)
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