mercoledì 21 luglio 2010

siate fedeli al vostro "sì" di oggi

«Signore, per quanti sforzi faccia 
io non riesco ad evitare certi peccati.
Signore, perdonami se non so realizzare il tuo disegno
ma tu sai che soffro per questo e sai che ti voglio bene.
Fa che la mia debolezza non diventi mai
lo strumento di misura del bene e del male.
Solo questo ti chiedo:
aiutami a confessare sempre e umilmente i miei peccati
e compi tu ciò che manca al mio tentativo.


«...Dio è misericordia. Misericordia: la parola che rivela e svela l'essenza di Dio per l'uomo nel suo cammino quaggiù. Cristo è il nome della misericordia. Vi auguro che siate fedeli al vostro "sì" di oggi; anche nella bufera più stolida non abbandonate questo punto di sicurezza che è l'anticipo dell'Eterno nel mondo presente...»
[Don Giussani]
San Josemarìa Escrivà.

«... non si riesce a badare a tutto; non si sa a che dedicarsi e si finisce per non concludere nulla. In una simile situazione, l’anima rimane esposta all’invidia e cerca rifugio nella fantasticheria, che allontana dalla realtà e finisce con l’addormentare la volontà. È ciò che spesso ho chiamato mistica del magari, fatta di vani sogni e di falsi idealismi: magari non mi fossi sposato, magari avessi un altro lavoro, magari avessi una salute migliore, o meno anni o più tempo a disposizione!

Il rimedio (costoso, come qualsiasi cosa di valore) sta nel

cercare il vero centro della vita umana, ciò che a tutto può dare il giusto posto, un ordine e un senso: il rapporto con Dio 
attraverso un’autentica vita interiore. 
Se vivendo in Cristo abbiamo in Lui il nostro centro, scopriamo il senso della missione affidataci, abbiamo un ideale umano che diventa divino, nuovi orizzonti e nuove speranze ci si aprono dinanzi, e arriviamo sino a sacrificare con gioia non già questo o quell’aspetto della nostra attività, ma la vita intera, dandole così, paradossalmente, il compimento più profondo...»

Preghiera per i Momenti di Depressione

(Ignacio Larrañaga)

Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Improvvisamente un'immensa pesantezza è caduta su di me,
e non so dove fuggire.
Non ho più voglia di vivere.
Dove sei Signore?
Trascinato senza vita, verso un deserto immobile,
soltanto ombre circondano le mie frontiere.
Come posso uscirne?
Pietà di me, mio Dio...
Come una città assediata,
mi circondano, mi opprimono,
mi soffocano l'angoscia,
la tristezza, l'amarezza, l'agonia.
Come si chiama tutto questo?
Nausea? Tedio della vita?
Non ti dimentico, Gesù,
Figlio di Dio e servo del Padre,
che là, nel Getsemani, il tedio e l'agonia
ti oppressero fino a farti versare lacrime e sangue.
Una pesante tristezza di morte inondò la tua anima,
come un mare amaro... Ma tutto passò!
Io so, che anche la mia notte passerà.
So che squarcerai queste tenebre, mio Dio,
e domani spunterà la consolazione.
Cadranno le grosse mura e di nuovo potrò respirare.
La mia anima sarà visitata e tornerà a vivere.
Grazie, mio Dio, perché tutto è stato un incubo,
soltanto l'incubo di una notte che è già passata.
Adesso donami pazienza e speranza.

E si compia in me, la Tua volontà, mio Dio. Amen.

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