mercoledì 23 febbraio 2011

Oh, Madre! Oh, Madre!

I neonati la tintinnano.
I vecchi la sognano.
I malati la mormorano.
I muti la pensano.
I paurosi la gridano.
Gli orfani la piangono.
I feriti la chiamano.
Tutti gli altri la dimenticano.
Oh, Madre! Oh, Madre!

GRIGORE VIERU
(Orfeo rinasce nell'amore, GRAPHE.IT)



Uno dei più vivaci attivisti per il risveglio della coscienza nazionale dei romeni a est del fiume Prut, che per anni ha rappresentato il doloroso confine con la Repubblica Moldava, Grigore Vieru come Orfeo è un uomo “malato” d’amore, un uomo che mette in fila parole, colorandole di emozioni quelle emozioni che si accumulano nell’essere come puzzle a comporre il mosaico dell’esistenza di ognuno. Grigore Vieru concentra tutte le valenze affettive dell’amore una sola immagine: la madre, emblema dell’amore vero e puro:
“Lei è tutto: l’inizio di una vita,
l’incantesimo dell’infanzia, 
la terra che si ama…”,
 e come dirà lo stesso poeta in un’intervista 
“la madre è la nostra infanzia invecchiata”; 
( da Madre, tu sei… 
Madre, 
tu sei la patria! 
il tuo corpo è 
la cima della montagna  
ricoperta di neve.
I tuoi occhi: 
azzurri mari. 
Le tue palme: 
le nostre arature. 
Il tuo respiro 
è una nuvola  
che porta pioggia 
nei campi e sulle città…).

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