lunedì 21 febbraio 2011

uno con l’uniforme nazista, è tra i più grandi eroi dell’umanità


Avrebbe potuto fare finta di sparare, o mirare alto, nessuno se ne sarebbe accorto...invece adesso sembra che nessuno ci sia che voglia di re la verità si preferisce sparare in mucchio e non colpire (per salvaguardare la coscienza individuale) tanto nessuno chiederà spiegazioni.
Basta, se non ora, quando... si sveglierà la nostra coscienza civile ... non ci stiamo accorgendo che la botte per la festa contiene ormai solo acqua?

Durante la seconda guerra mondiale, in Serbia,  alcuni partigiani tesero un agguato in cui rimase ucciso un soldato tedesco. La legge emanata dall’occupazione nazista era chiara: per un tedesco ucciso, avrebbero dovuto morire cento serbi. Il rastrellamento non diede però il risultato sperato; occorreva trovare altri uomini. Il comandante pensò di fare ricorso al vicino liceo, da cui vennero prelevati alcune decine di studenti. Fu allestito il plotone di esecuzione. A questo punto, pochi istanti prima di ricevere l’ordine di fare fuoco, un soldato uscì dai ranghi e disse apertamente che si rifiutava di sparare considerando quell’atto un crimine, non un’azione militare. Gli fu detto che se non avesse obbedito avrebbe fatto la stessa fine degli ostaggi. Egli persistette nel suo rifiuto e poco dopo venne fucilato insieme ai ragazzi serbi. Dopo tanti anni, il ricordo di lui è ancora vivo tra la gente di quei luoghi.
Sasa, che una sera durante la guerra in Bosnia mi raccontò questo fatto, aggiunse: " Quel soldato tedesco di cui nessuno ricorda più il nome, uno con l’uniforme nazista, è tra i più grandi eroi dell’umanità. Avrebbe potuto fare finta di sparare, o mirare alto, nessuno se ne sarebbe accorto. Non l’ha fatto. Ha scelto di morire. E non è morto per salvare qualcuno, perché sapeva benissimo che col suo gesto non avrebbe ottenuto nulla. Ecco chi è per me il vero eroe".
Il soldato tedesco non è morto invano però; qualcosa con la sua morte ha salvato, ha salvato l’onore, la verità, l’idea, il bene. Con la sua morte non ha salvato un uomo concreto, ma l’idea di uomo, la sua purezza, la sua nobiltà. La sua morte ha salvato ciò che di più alto vi è in noi. La sua morte in questo senso ci fa vivere. Vivifica in noi l’idea di uomo.
(Mancuso V. Rifondazione della fede)

Il signore di un castello diede una gran festa,   cui invitò tutti gli abitanti del villaggio. Ma le cantine del nobiluomo, pur essendo generose, non avrebbero potuto soddisfare la prevedibile e robusta sete di una schiera così folta di invitati.
Il signore chiese un favore agli abitanti del villaggio: "Metteremo al centro del cortile dove si terrà il banchetto un capiente barile. Ciascuno porti il vino che può e lo versi nel barile. Tutti poi vi potranno attingere e ci sarà da bere per tutti".
Un uomo del villaggio (che si credeva furbo),  prima di partire per il castello si procurò una borraccia e la riempì d'acqua pensando: "Un pò d'acqua nel barile passerà inosservata... nessuno se ne accorgerà!". Arrivato alla festa, versò il contenuto della sua borraccia nel barile comune e poi si sedette a tavola.
Quando i primi andarono ad attingere, dallo spinotto del barile uscì solo acqua.
Tutti avevano pensato allo stesso modo.
  
Se siamo scontenti del nostro mondo,
è perché troppi portano solo acqua.
E' vero, non tutto il bene che c'è da fare
a questo mondo devi farlo tu.
Ma il bene che devi fare tu,
non puoi pensare che lo facciano  gli altri.
Riempi la tua borraccia di bene e versala
nel barile di questo mondo... il resto viene da sé!

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