domenica 26 gennaio 2014

Vigilare significa badare con amore a qualcuno, custodire con ogni cura qualche cosa di molto prezioso, farsi presidio di valori importanti che sono delicati e fragili.


Vigilare significa anzitutto vegliare, stare desti, rimanere all'erta. 
L'immagine più immediata è quella di chi non si lascia sorprendere dal sonno quando il pericolo incombe o un fatto straordinario ed emozionante sta per accadere. 
Vigilare significa badare con amore a qualcuno, custodire con ogni cura qualche cosa di molto prezioso, farsi presidio di valori importanti che sono delicati e fragili. 
Vigilare impegna comunque a fare attenzione, a diventare perspicaci, a essere svegli nel capire ciò che accade, acuti nell'intuire la direzione degli eventi preparati a fronteggiare l'emergenza.
Rimanere svegli, essere attenti avere cura, vegliare dunque: 
veglia la sposa 
che attende lo sposo, la madre che attende il figlio lontano, 
la sentinella 
che scruta nel cuore della notte; 
veglia l'infermiere 
accanto al malato, 
il monaco 
nella preghiera notturna; 
vegliano gli uomini e le donne 
che sono pronti a raccogliere i segnali di aiuto dei loro amici nel pericolo, dei loro fratelli nel dolore, del loro prossimo nella difficoltà;
 veglia la comunità dei credenti 
che è rapida nel reagire alla tiepidezza e alla stanchezza che l'allontanano dall'amore degli inizi. 
Veglia una società civile 
che coglie prontamente i segni del proprio degrado, 
che si erge contro la corruzione dilagante, 
che contrasta la disaffezione nei confronti del bene comune, 
che non si rassegna alla deriva delle sue istituzioni pubbliche e alla casualità dei suoi ritmi vitali, 
che poi significano sempre il trionfo dei prepotenti e dei furbi.

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