martedì 25 marzo 2014

18° giorno La richiesta di perdono, termine di approdo dell’intera preghiera, si conclude con un’immagine di riconciliazione, non soltanto compiuta con Dio, ma anche col prossimo, all’interno della comunità ebraica, dove si prevede una ripresa delle attività del culto, e in definitiva il ripristino di un cammino comune


 La Parola di Dio di questa giornata, è interamente dedicata al tema della riconciliazione, un tema fondamentale nel tempo forte della Quaresima, in preparazione alla nostra rinascita nella risurrezione di Cristo.
Il tema della riconciliazione viene affrontato nelle letture odierne, innanzitutto, nella linea verticale, ossia come una riconciliazione con Dio, che rappresenta la sorgente necessaria per la riconciliazione in linea orizzontale con il prossimo. Invano tenterebbero di ricucire le proprie amicizie e relazioni con il prossimo coloro che non si siano posti davanti a Dio, nella posizione della riconciliazione con Lui. Questa verità la vediamo sottolineata in entrambe le letture.
La liturgia di oggi, data la centralità del tema della riconciliazione, non a caso si apre con il capitolo terzo del libro di Daniele, dove viene presentata, attraverso le parole di Azaria, una preghiera penitenziale rivolta a Dio, perché Egli si degni di perdonare il peccato del popolo. La richiesta di perdono, termine di approdo dell’intera preghiera, si conclude con un’immagine di riconciliazione, non soltanto compiuta con Dio, ma anche col prossimo, all’interno della comunità ebraica, dove si prevede una ripresa delle attività del culto, e in definitiva il ripristino di un cammino comune. Infatti, dopo avere detto: “Non ci abbandonare fino in fondo Signore! Non ritirare da noi la tua misericordia!”, il testo di Daniele si conclude, dicendo: “Ora ti seguiamo con tutto il cuore, ti temiamo e cerchiamo il tuo volto”. Questo plurale utilizzato dall’autore sacro: ti seguiamo, ti temiamo, cerchiamo il tuo volto è estremamente significativo e indica il risanamento del noi della comunità cristiana come frutto del risanamento della relazione con Dio, attraverso il perdono del peccato personale e comunitario.
Inoltre, il testo afferma pure che una tale preghiera di richiesta di perdono rivolta a Dio, ricostruisce i rapporti umani in una maniera infallibile; il versetto chiave collocato quasi alla fine della prima lettura, ci riporta la preghiera di Azaria in questi termini: “Non c’è delusione per coloro che confidano in te”. Il che significa, che non c’è riconciliazione umana senza conversione, non c’è risanamento dei rapporti interumani, senza il perdono dei peccati ricevuto da Dio; e non c’è parimenti perdono ricevuto da Dio senza la preghiera e senza l’offerta, a nostra volta, di quello stesso perdono, ricevuto da Dio. 
Don Vincenzo Cuffaro 

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