mercoledì 26 marzo 2014

19° giorno La Parola di Dio consegnata alla Chiesa, non è data perché essa semplicemente ne prenda atto, ma perché la Chiesa ne viva. La rivelazione della volontà di Dio, che si esprime nella forma della Parola, ha un legame essenziale con la vita, e qualora tale legame con la vita venisse sciolto, anche la Parola di Dio risulterebbe svuotata della sua forza


 L’insegnamento odierno è incentrato intorno al tema della Legge, cioè della rivelazione della volontà di Dio nel codice dell’Antica Alleanza; un codice che è stato perfezionato da Cristo, ma non abolito. Il compimento della legge rivelata nell’AT e della volontà di Dio, così come si svela nei profeti dell’AT e nella legge mosaica, conserva un fondamentale valore per i credenti anche nel tempo della Chiesa, dove però tutto deve essere riletto nella luce di Cristo, e soprattutto a partire dal dono di Pentecoste. Tutto ciò che è antico rimane valido nelle sue esigenze fondamentali, ma tutto deve essere riletto e riconsegnato al cuore della Chiesa, attraverso l’insegnamento nuovo di Cristo.
La parola che Cristo pronuncia, dicendo: “Finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà dalla legge neppure uno iota o un segno senza che tutto sia compiuto”, deve essere posta accanto ad un’altra parola dello stesso Cristo, quando dice: “il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”. Ed è appunto in questa prospettiva che bisogna comprendere questo enunciato di Matteo: “finché non siano passati il cielo e la terra”; la legge di Mosè dunque non passerà, ovvero rimane valida fino a un termine di tempo ben determinato; essa passerà col passare di questa creazione, mantenendo però la sua validità finché esisteranno questo cielo e questa terra. Fino a quel momento, le esigenze fondamentali rivelate a Mosè, faranno parte integrante di ogni cammino dell’uomo verso Dio. Ma quando questo cielo e questa terra saranno passati, passerà con loro anche la legge di Mosè; non la parola di Cristo, che rimarrà anche dopo in una illimitata validità: “i cieli e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”. La grandezza dei figli di Dio, nel regno dei cieli, si misurerà sul grado di fedeltà alle esigenze della Parola.
Ma accanto al testo di Matteo viene posto dai liturgisti il cap. 4 del libro del Deuteronomio, che rappresenta il cuore della legge mosaica e su cui ci fermiamo qualche istante, per metterne in evidenza i versetti chiave.
Un primo versetto chiave, viene posto in evidenza dalla ripetizione del motivo per cui a Israele viene data una legge rivelata: “Mosè parlò al popolo e disse: ascolta Israele le leggi e le norme che oggi io vi insegno, perché le mettiate in pratica”. E poi ancora, più avanti: “Vedete, io vi ho insegnato leggi e norme come il Signore mio Dio mi ha ordinato, perché le mettiate in pratica”. Per due volte consecutive viene dunque ripetuto lo stesso concetto. La Parola di Dio consegnata alla Chiesa, non è data perché essa semplicemente ne prenda atto, ma perché la Chiesa ne viva. La rivelazione della volontà di Dio, che si esprime nella forma della Parola, ha un legame essenziale con la vita, e qualora tale legame con la vita venisse sciolto, anche la Parola di Dio risulterebbe svuotata della sua forza: “Ascolta Israele le leggi e le norme che oggi io vi insegno, perché le mettiate in pratica. Non si tratta di prenderne atto, o semplicemente di esserne informati: su questa Parola deve fondarsi interamente la vita della Chiesa. La Parola ha infatti l’obiettivo fondamentale di plasmare interamente la vita dell’uomo, secondo quello che dice. E proprio in questo si manifesta la sua efficacia. Qui dobbiamo anche osservare il seguito dello stesso versetto, dove si dice: “perché viviate ed entriate in possesso del paese che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi”. Quando questa Parola, da semplice e pura informazione, si muta in una forza che modella la vita, allora la persona entra in possesso della “Terra promessa”. Tutte le promesse di Dio si realizzano, quando la sua Parola penetra nell’intimo della nostra vita e viene accolta nella fede.  
Don Vincenzo Cuffaro

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