mercoledì 9 aprile 2014

31 giorno La fedeltà alla Parola è allora la condizione abituale di libertà del discepolo.


 Le letture bibliche che la Chiesa ci fa leggere oggi ruotano intorno al tema della liberazione, che ricorre in entrambi i testi con alcune analogie. Il testo del profeta Daniele, che costituisce la prima lettura odierna, narra la vicenda dei tre compagni condannati alla fornace per non avere accettato di aderire a un culto idolatrico. Il re Nabucodonosor, simbolo della divinizzazione del potere, si esprime così: “Quale Dio vi potrà liberare dalla mia mano?”. Nella fornace ardente, però, i tre giovani diventano quattro e il quarto, che rende innocuo il fuoco, somiglia ad un figlio di dèi. Il tema della liberazione così si collega in modo chiaro e preciso, nel brano evangelico odierno, ad un atto compiuto proprio dal Figlio di Dio che, quando libera l’uomo, lo libera davvero. Non si tratta, cioè, di una libertà apparente. Essere liberi davvero è quindi una condizione in contrasto con quella libertà che sembra tale, ma non lo è.
La liberazione che Cristo compie avviene nel contesto del discepolato, mediante la potenza della sua Parola: “Se rimanete fedeli alla mia parola sarete davvero miei discepoli, conoscerete la Verità e la Verità vi farà liberi”. La fedeltà alla Parola è allora la condizione abituale di libertà del discepolo. I versetti chiave che vogliamo mettere in evidenza ci permettono di specificare ulteriormente la natura di questa liberazione operata dal Figlio e sperimentata dall’uomo lungo il cammino del discepolato. La natura di questa liberazione è piuttosto complessa, nel senso che non consiste nella semplice rimozione dell’ostacolo o della minaccia. All’interno del racconto certamente ci sono due poli: il polo della sapienza della terra, o della potenza del mondo, rappresentata dalla statua d’oro e dalla molteplicità degli strumenti musicali, elencati come immagine della gioia terrestre, della coreografia della gloria umana; e dall’altro lato il polo del servizio di Dio. Qui si concentra il tema della liberazione con un paio di sottolineature che possiamo cogliere dai versetti chiave.  
Don Vincenzo Cuffaro

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