giovedì 29 maggio 2014

La potenza di Dio non è al servizio dell’Apostolo per liberarlo dai guai, né la fede è una forma di assicurazione contro gli infortuni. La potenza di Dio è al servizio della conversione dell’uomo, che è scosso talvolta dai segni, con i quali Dio conferma l’autenticità dei suoi servi.


Notiamo ancora che l’intervento di Dio non è orientato solo alla liberazione degli Apostoli, ma è orientato anche alla conversione del carceriere e della sua famiglia. Il Signore non agisce mai in modo unilaterale: quando interviene in favore dei suoi servi è perché vuole lanciare un grande segnale, a partire dal quale la conversione porti la salvezza in chi ne è destinatario e testimone. La potenza di Dio non è al servizio dell’Apostolo per liberarlo dai guai, né la fede è una forma di assicurazione contro gli infortuni. La potenza di Dio è al servizio della conversione dell’uomo, che è scosso talvolta dai segni, con i quali Dio conferma l’autenticità dei suoi servi. Ecco perché i servi di Dio non sono sempre liberati dalle angosce, perché la potenza di Dio non promette all’Apostolo di camminare senza inciampi, ma promette di confermare con “segni”, anche grandi e potenti se è necessario, la verità della Parola del vangelo. Da questi segni, infatti, parte un messaggio potente di conversione che introduce nella gioia coloro che lo accolgono, gioia che proviene dalla fede. 
Don Vincenzo Cuffaro

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