mercoledì 28 maggio 2014

intervento di Dio nella nostra vita ha talvolta questo carattere subitaneo, capace di capovolgere in un attimo una situazione che sembrava disperata


Luca, inoltre, introduce l’intervento di Dio con un avverbio significativo: “D’improvviso”. Questo avverbio ha un grande spessore teologico, perché l’intervento di Dio nella nostra vita ha talvolta questo carattere subitaneo, capace di capovolgere in un attimo una situazione che sembrava disperata; per questa ragione è una stoltezza incatenare il proprio io nel ripiegamento, il che significa negare a Dio lo spazio per intervenire con la sua onnipotenza e cambiare tutto in un istante, quando Egli decreta che la prova sia finita. Il Signore interviene all’improvviso, perché questo risponde ad una precisa pedagogia. Così la resurrezione di Lazzaro arriva all’improvviso, quando tutti - forse anche le sue sorelle – erano afferrati dalla perplessità, pensando che il Maestro non si fosse curato abbastanza di questi suoi intimi amici, dopo avere ricolmato di miracoli gli estranei. Essi attendevano che lo guarisse, ma Cristo si fa vivo dopo che Lazzaro è morto. Come possiamo notare, c’è nelle parole di Marta come un velato rimprovero: “Se tu fossi stato qui mio fratello non sarebbe morto”. Del resto è accaduto lo stesso alla Vergine Maria: prima di andare ad abitare con Giuseppe si trova incinta. La risposta di Dio non è immediata, non accade che Giuseppe se n’accorge e che un minuto dopo gli appaia l’angelo a dirgli che ciò che è in Lei è opera dello Spirito. Se Giuseppe si sprofonda nella meditazione, come vediamo nel vangelo di Matteo, è segno che Dio è intervenuto quando gli è parso giusto, secondo i suoi tempi, ma all’improvviso, capovolgendo d’un tratto una situazione che sembrava senza uscita; esattamente come accade a Paolo e Sila. La liberazione del popolo d’Israele dall’Egitto ha avuto la stessa caratteristica. Il popolo d’Israele non è avvertito in anticipo del fatto che il mare si aprirà al suo passaggio, ma si trova come tra due fuochi, una volta giunto sulla riva: da un lato il mare e dall’altro il polverone dell’esercito egiziano. E anche lì l’intervento di Dio è improvviso e tutto si capovolge in un istante. C’è un margine di non-conoscenza che esige un profondo affidamento al Dio che libera all’improvviso, senza descrivere o spiegare a noi le motivazioni d’ogni suo singolo atto. Il Signore non è tenuto a spiegarci tutto e, di fatto, non ci spiega tutto durante questa vita, ma solo quello che serve alla nostra santificazione; verrà un momento in cui tutti i “perché” saranno spiegati, ma adesso è il tempo della fede, non il tempo della visione.

Nessun commento:

Posta un commento