lunedì 5 luglio 2010

La realtà si allontana

LIETTA TORNABUONI
Non è piacevole dire certe cose (e del resto sono in tanti a non averne bisogno, ci arrivano da soli), ma sarà meglio fare attenzione a chi dice cosa e perché, prima di prendere per buona una notizia o una riflessione. Si capisce che credere ciecamente agli informatori è un’ingenuità, che nessuno è abituato a farlo: ma il periodo attuale è particolare, inconsueto.

Non si vuol alludere al leader che oggi dice «diminuisco le tasse» e domani smentisce «non posso diminuire le tasse per via della crisi»: questa è la solita politica oppure sventatezza o mistificazione. C’è ora un meccanismo più generale, più complesso, che ci impedisce di conoscere le verità. Alla base di questo meccanismo sta il sistema pubblicitario della ripetizione: come la pubblicità ripete i suoi slogan finché non diventano realtà e sèguita a martellare le lodi dei prodotti, così un’informazione o un giudizio vengono ripetuti in sede soprattutto televisiva sino a essere creduti, a diventare un luogo comune, una collettiva idea ricevuta. Craxi era un grande statista? Un grande statista, un grande statista, un grande statista: alla fine quelle poche parole si trasformano in un dato di fatto, non ci si chiede più quali azioni e parole di Craxi giustifichino la definizione.

Il secondo sistema è l’esistenza di una rete compatta di ripetitori: non che non esista chi dice il contrario, ma viene considerato un poveraccio con problemi psichici o un eccentrico oppure uno dell’opposizione importabile, peggiore del demente e dello stravagante messi insieme. Il terzo sistema è il disprezzo della realtà, il trionfo della frase fatta che accarezzano la pigrizia o la distrazione della gente verso tutto ciò che non la riguardi direttamente, personalmente. Il quarto sistema consiste nel non fornire mai prove, testimonianze o spiegazioni di quanto si dice, ma nel limitarsi alla affermazione apodittica, come nel passato remoto faceva Mussolini: «Vinceremo!». Grazie a questi sistemi, sempre più ci allontaniamo dalle realtà di carattere generale, politico, nazionale; sempre più abbiamo l’impressione di essere inadeguati e non capire; sempre più pensiamo ad altro. Così lo scopo è stato raggiunto.

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