mercoledì 7 luglio 2010

mi sembra una curiosa sopravvalutazione di se stessi

Se tutto questo dolore
non allarga i nostri orizzonti
e non ci rende più umani,
liberandoci dalle piccolezze
e dalle cose superflue
di questa vita,
è stato inutile
24 luglio 1942
"A volte mi sembra che ogni parola che vien detta e ogni gesto che vien fatto, accrescano il grande equivoco. Allora vorrei sprofondarmi in un gran silenzio e vorrei anche imporre questo silenzio agli altri. Sì, a volte qualunque parola accresce i malintesi su questa terra troppo loquace."
  ottobre 1941

Mi si dice: una persona come te hai il dovere di mettersi in salvo, hai tanto da fare nella vita, hai ancora tanto da dare. Ma quel poco o molto che ho da dare lo posso dare comunque, che sia qui in una piccola cerchia di amici o altrove, in un campo di concentramento. E mi sembra una curiosa sopravvalutazione di se stessi, quella di ritenersi troppo preziosi per condividere con gli altri un "destino di massa"
luglio 1942
“Ho scritto che mi sono confrontata con il dolore dell'umanità
(questi paroloni mi fanno ancora paura),
ma non è del tutto esatto.
Mi sento piuttosto come un piccolo campo di battaglia
su cui si combattono i problemi,
o almeno alcuni problemi del nostro tempo.
L'unica cosa che si può fare
è offrirsi umilmente come campo di battaglia.
Quei problemi devono pur trovare ospitalità
da qualche parte,
trovare un luogo in cui possano combattere e placarsi,
e noi, poveri piccoli uomini,
noi dobbiamo aprir loro il nostro spazio interiore,
senza sfuggire."

Etty Hillesum, giugno 1941

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